Il nuovo romanzo della grande scrittrice cilena
A distanza di oltre ottant'anni s'incrociano le vite di Samuel e Anita: diversissime, ma segnate da un identico destino.
"Ogni vera storia è sempre autobiografica", scriveva Benedetto Croce. Vale per chi ha trascorso la sua intera esistenza entro i confini di un piccolo mondo, e per chi, come Isabel Allende, ha conosciuto il mondo e vissuto molte vite. Riparata in Venezuela dopo il golpe di Pinochet, ha cominciato a scrivere e da quel momento non ha più smesso. "Quell'esercizio mi ha salvato la vita", ha dichiarato in un'intervista, e segnato la nascita di una grande scrittrice.
Isabel Allende
È nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti. Con La casa degli spiriti (1982), si è subito affermata come una delle voci più importanti della narrativa contemporanea in lingua spagnola. Tra i suoi ultimi titoli ricordiamo: Il gioco di Ripper, L'amante giapponese, Oltre l'inverno, Lungo petalo di mare e Violeta.
«La potenza letteraria di Allende sta nella sua capacità di mettere sullo stesso piano narrativo il quotidiano e lo straordinario, le viscere e lo spirito, la generosità e la miseria».
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