Il grande scrittore analizza come il mondo occidentale ha
narrato i conflitti
Dall'epica antica al romanzo moderno, alla rappresentazione televisiva,
una stimolante riflessione sul senso dell'esperienza bellica.
Fin dalle origini la guerra è stata al centro delle nostre storie. Nel
mondo antico è protagonista dell¿epica, nel mondo moderno dei
romanzi e in quello contemporaneo della televisione. Tre racconti che,
attraverso il criterio della visibilità, svelano i nostri valori. L¿epica vede
nella battaglia un evento in grado di generare significati collettivi; il
romanzo mette in crisi questo paradigma esprimendo la convinzione
che la guerra sia priva di senso; la televisione, infine, lo infrange,
perché pur regalando alle immagini il massimo della visibilità, ci ¿lascia
attoniti di fronte a un¿apocalisse svuotata di qualsiasi rivelazione¿.
Esaminando lo sviluppo storico del paradigma guerra-visibilità, Antonio
Scurati riflette sulla nostra tragica attualità e su una questione vecchia
quanto l¿uomo.
Antonio Scurati
È nato a Napoli nel 1969 e vive a Milano. Docente di letterature
comparate e di creative writing all¿Università IULM, editorialista del
«Corriere della Sera», Ha vinto i principali premi letterari italiani. I suoi
ultimi successi sono M. Il figlio del secolo (Premio Strega 2019) e M.
L¿uomo della provvidenza, primi due romanzi di una tetralogia dedicata
a Benito Mussolini e diventati una serie televisiva.
Leggerlo perché...
... mostra la correlazione fra il modo in cui raccontiamo la guerra e il
modo in cui tale racconto influenza la nostra percezione del suo
¿valore¿.
¿Se fin dai tempi di Omero la guerra era sempre stata il `paradiso dello
spettatore¿, noi contemporanei delle dirette televisive dai fronti di
battaglia diveniamo telespettatori totali della guerra e, per questa via,
spettatori delle nostre stesse vite.¿