Il capolavoro del realismo magico, un cult da riscoprire
Un racconto circolare che si dipana nell'arco di un secolo per narrare
sogni e fallimenti di una famiglia diventata mito.
Sette generazioni della famiglia Buendía si avvicendano nella trama di
questo romanzo ambientato nell¿immaginario Macondo, ¿un villaggio di
venti case di fango e canne costruite sulla riva di un fiume dalle acque
diafane che si precipitavano su un letto di pietre levigate, bianche ed
enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente che molte
cose erano senza nome, e per menzionarle bisognava indicarle col
dito¿. Tra amori e guerre, malattie e sconvolgimenti, s¿intrecciano le
storie di personaggi dai nomi tutti uguali, e tutti destinati a ripetere lo
stesso ciclo di solitudine e sconfitta. Un¿opera che ha rivoluzionato il
modo di narrare e dato il via alla stagione del realismo magico, che
utilizzando i toni della favola e un¿inesauribile fantasia tratteggia un
vero e proprio paradigma dell¿esistenza umana.
Gabriel García Márquez (Aracataca, Colombia, 1927 - Città del
Messico 2014), premio Nobel nel 1982, ha avuto con Cent¿anni di
solitudine (1967) la consacrazione del grande pubblico internazionale.
Fra le sue opere: L¿autunno del patriarca (1975), Cronaca di una morte
annunciata (1981), L¿amore ai tempi del colera (1985), Il generale nel
suo labirinto (1989), Dell¿amore e di altri demoni (1994), Memoria delle
mie puttane tristi (2004).
¿Il colonnello Aureliano Buendía comprese a malapena che il segreto di
una buona vecchiaia non è altro che un patto onesto con la solitudine.¿