Un libro rievoca la strage che insanguinò gli Appennini
L'incontro con un testimone diventa l'occasione per raccontare una pagina di Storia tra le più drammatiche. Per non dimenticare.
Fra l'estate e l'autunno del '44, le truppe tedesche ormai sconfitte si lasciarono dietro una lunga scia di sangue, culminata tra il 29 settembre e il 5 ottobre nell'operazione con cui il maresciallo Kesselring fece terra bruciata attraverso le colline e le montagne attorno a Marzabotto. Gli ordini erano chiari - spezzare la resistenza partigiana e punire i traditori italiani - e nessuno fu risparmiato: donne, bambini, anziani, persino preti e suore. Alla fine di quell'inferno i morti furono più di 800. Tra questi, anche i familiari di Ferruccio Laffi, che allora aveva solo sedici anni e che, scampato miracolosamente al massacro, nel 2007 riuscì a testimoniare in un tribunale, contribuendo alla condanna di dieci ufficiali e soldati nazisti. Questo libro racconta la sua storia e quella di chi non c'è più.
Margherita Lollini
È nata nel 1984 a Bologna, città in cui ha conseguito la laurea magistrale in Sociologia con una tesi sulla sopravvivenza nei lager nazisti.