"Ho voluto dar voce a chi non ne ha. È un viaggio che si può
affrontare"
L'ictus, la riabilitazione, la guarigione: un percorso lungo e faticoso,
che il giornalista racconta tra sofferenza e ironia.
Cadere in un buco e perdersi. È ciò che accade al giornalista televisivo
Andrea Vianello la mattina in cui, cercando di usare la mano destra per
fare colazione, si rende conto di non riuscire a muoverla. Nemmeno le
parole rispondono ai comandi: sa ciò che vuole dire ma dalla sua
bocca escono solo suoni sconnessi. Parecchie ore (e un¿operazione)
dopo scoprirà di aver rischiato la vita a causa di un ictus e di aver
perso non solo la capacità di parlare, ma anche molte delle parole che
conosceva e che rappresentavano il suo ¿strumento¿ di lavoro.
Comincia da qui un lungo percorso riabilitativo che, dai meandri della
sanità pubblica, sospesa fra eccellenza e disagi, lo condurrà a
riappropriarsi delle proprie facoltà perdute, da quelle linguistiche ad
altre più banali, come per esempio mangiare un uovo sodo. Un
cammino accidentato e faticoso, ma sempre pieno di positività, che
l¿autore condivide con il suo pubblico e soprattutto con quanti, finiti nel
¿buco¿, possono riuscire a tornare alla luce.
Leggerlo perché...
... regala speranza con il racconto di una battaglia che si può
combattere, e vincere.
Andrea Vianello (Roma, 1961) è giornalista professionista e conduttore
radiofonico e televisivo (tra i suoi programmi Radio anch¿io, Mi manda
Rai Tre, Agorà, Rabona). È stato direttore di Rai Tre.
«Il passo è quello dei grandi narratori che sanno mescolare tragedia e
ironia».
La Stampa